Siamo nella mia città che a quanto pare il Bardo apprezza molto, infatti oggi vi parlo di I due gentiluomini di Verona che è la commedia prima di Shakespeare.
Titolo originale: The two Gentlemen of Verona
Autore: William Shakespeare
Editore: Garzanti
Pagine: 248
Genere: Classico
Categoria: Commedia
Finale: conclusivo
Valentino e Proteo sono uniti da fraterna amicizia ma divisi dalla passione perla stessa donna, Silvia, la figlia del duca di Milano. Valentino è un vero gentiluomo, Proteo invece è indegno di quel nome: impulsivo e incostante, infrange ogni codice d'onore tanto quanto il primo vi aderisce con ingenuo fervore, e per conquistare l'amata non esita a tradire l'antico patto di lealtà con l’amico-rivale e a rinnegare le promesse di fedeltà fatte a un’altra donna, Giulia, cui è da tempo legato.
Quando Proteo si innamora di Silvia, la donna del suo più caro amico, fa di tutto per allontanarlo infatti lo denuncia al padre di lei. In quel preciso istante ho sperato in una svolta drammatica che però, purtroppo, è stata tradita sul finale.
“Se nel più fresco bocciolo si nasconde il verme edace, altrettanto nell'anime più elette si nasconde edace l'amore.”
Valentino, viene così bandito da Milano e diventa il capo di un gruppo di briganti ma il destino ha qualcosa in serbo per lui.
In questa commedia si parla di amori perduti e ritrovati, giuramenti fatti, rotti e relativi pentimenti, l’amicizia come elemento portante del rapporto tra uomini.
“Dannato momento quando scopri che il tuo migliore amico si rivela il tuo peggior nemico!”
La trama è semplice e non richiede impegni particolari nel leggerla, godibile e comunque parte di un lavoro che ci porterà a ben altri personaggi veronesi.
Ho trovato il finale un po troppo frettoloso ma a Shakespeare si perdona tutto.
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