lunedì 15 giugno 2020

Recensione Il mercante di luce di Roberto Vecchioni



Oggi Gabry vi parlerà di Il mercante di Luce di Roberto Vecchioni


Copertina Il mercante di luce di Roberto Vecchioni
Titolo: Il mercante di luce Link Amazon
Autore: Roberto Vecchioni
Data Uscita: 28 Ottobre 2014
Pagine: 122
Genere: Narrativa italiana

Casa editrice: Einaudi
Narrazione: terza persona
Finale: conclusivo




Sinossi
Marco è ormai prossimo alla fine. Ha diciassette anni e soffre di progeria, una malattia che accelera vertiginosamente lo scorrere del tempo e condanna a una vecchiaia precoce. Suo padre, Stefano Quondam, fuori dal tempo e dal mondo ci si è sempre trovato, anche se in maniera diversa. E' un professore di letteratura greca, grandissimo e misconosciuto, un Don Chisciotte che non ha mai smesso di combattere una testarda battaglia contro la stupidità e l'omologazione. Certo, è al tempo stesso un uomo imperfetto, pieno di difetti, ma vuole trasmettere al figlio quanto ha di più suo. E vuole credere con tutto se stesso che la bellezza che gli tempesta la memoria sia una luce così potente da svergognare il buio. Ma chi tra i due, chi è veramente il mercante di luce? Chi salva l'altro? Questa è la cronaca dei giorni di un ragazzo colto e curioso, emozionato di fronte a quella che sa della vita e a un padre che gliene spiega il senso, l'unico che conosce. Il filo che li unisce, che trasforma il pensiero in un racconto che non potrà essere dimenticato, è la poesia greca: un excursus appassionato, un viaggio in cui si rincorrono i grandi gesti  e le tenere paure di poeti e poetesse dell'unico tempo possibile, quello tra il mito e l'invenzione. E sarà proprio qui, tra Omero, Saffo, Anacreonte, Sofocle, Euripide, in un punto sospeso tra le pagine da sfogliare, passioni e vita vissuta, che troveranno il varco per salvarsi entrambi.




Recensione di Gabriella
Stefano è docente universitario di letteratura greca, ha un figlio, Marco, affetto da progeria e cerca di trasmettergli la forza per affrontare questa malattia e prepararsi al peggio. Farà questo parlandogli di miti e dei, poeti e poetesse portandolo in un tempo sospeso nella speranza di salvare entrambi.
"... -Ma la paura? Da dove viene la paura?-La natura <<è>> in silenzio, noi, gli uomini, <<facciamo>> silenzio, a un segno, a un tremore improvviso. Quando una voce dal cielo chiama Edipo, si tacciono tutti: quando Dioniso tuona improperi alle sue scatenate, indemoniate Baccanti, ecco che non spiccicano più parola; Agamennone, sì, proprio lui, nel silenzio più totale degli uccelli e del vento, dilaniato dalle sue colpe, sgrana gli occhi insonne per Ifigenia. Perché questo è la notte: una moltiplicazione del giorno; durante il giorno rimuovi attimi che non hai il tempo di collocare, decifrare, ma la notte è lì, assassina, a riproporteli, a slargarli, a ingigantirli, e così la gioia, la speranza, la stanchezza trovano una coltre, un rifugio, ma l'ansia, l'insulto, l'ora di un addio figliano fino all'estremo: il dolore non ha silenzi."
Ho faticato parecchio a finire questo libro, eppure nelle sue 122 pagine l'avrei dovuto finire in pochissimo. L'ho mandato giù a forza.

L'ho trovato un libro pesante, dalla trama mi aspettavo molto di più, invece mi è sembrato solo un modo come un altro per mettere in luce le conoscenze di poesia greca dello scrittore e farlo passare come un pretesto per spiegare al figlio cos'è la morte e come affrontarla.
No, mi spiace, veramente molto pesante.

"...E' la luce che gli preme. E questo messaggio, Marco, è eterno, è di tutti gli uomini, in tutti i secoli. Noi non chiediamo per forza la vita, ma il coraggio di percorrerla.-Noi?-Sì, noi. E per chi hanno scritto a fare centinaia di uomini in migliaia d'anni? Per le beghe, le faide, i tradimenti, le scaramucce, i duelli di un'ora, di un giorno? L'hanno fatto per noi, per noi. Aiace Telamonio chiuderà pure un'epoca, ne verrà un'altra, ma lui c'è sempre, a volte dolente, irriso, confuso fra i tanti Ulisse."


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